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2. Aprile 2020Occlusometria


Occlusometria – il manuale
Occlusometria – metodo diagnostico esterno
Analisi del morso abituale
Fenomeni come parodontite non infiammatoria, denti usurati, dolorosi o endopatie senza segni evidenti ma anche muscolatura masticatoria o articolazione temporo-mandibolare in stato doloroso come pure pazienti che non riescono a gestire un nuovo Lavoro protesico sono spesso correlati ad un morso non corretto.
Mentre per un paziente è abbastanza facile individuare un dente (o un lavoro protesico) “troppo alto” il controllo di un dente (o un gruppo di denti) “troppo basso” risulta molto più difficile o addirittura impossibile. Ma anche il clinico ha dei problemi a controllare l´altezza giusta utilizzando folie occlusali intraorali. Il motivo per queste difficotà sono così chiamate varianze biologiche delle strutture anatomiche.
Il parodonto permette al dente un spostamento verticale di 0,1 mm e 0,2 mm di mobilità trasversale. L´articolazione temporo-mandibolare invece è dotata di una resilienza tra 0,6 – 0,8 mm.
Chiudendo in posizione abituale cerchiamo di mettere in contatto tutti i denti nel modo tale che denti “troppo lunghi” sono sono carricati di più affondandosi ,mentre denti (o gruppi dentali) – in particolare nelle zone di sostegno – “troppo bassi” possono causare una compressione dei compartimenti di tessuti connettivi dell´articolazione temporo-mandibolare.
Dall´altra parte sappiamo che i nostri pazienti( anche quelli sintomatici alle problematiche CMD) sono in grado di addentare con una precisione sorprendente tra 0,02 e 0,03 mm.
Per questo motivo spostiamo l´analisi dell´occlusione abituale dal paziente dalla bocca sua in un articolatore ( simultatore di movimenti di articolazione). I passi necessari per garantire la catena di precisione non sono argomento di questo articolo.

Gerd Christiansen – analista di funzione masticatoria , inventore dell´occlusometria
CMD Compact KG – Fortbildungsinstitut für Zahnärzte
La corretta scelta del materiale di registrazione è importantissimo nonchè il fatto, che non siamo noi clinici a manipolare la posizione di chiusura ma il paziente stesso chiude “come chiude sempre”.Ci sono criteri che attestano la conformità tra posizione clinica e quella in articolatore.
Siccome modelli in gesso e articolatori non possiedono varianze biologiche (vedi foto) siamo in grado di verificare le distanze metriche tra i denti superiori ed inferiori utillizzando modelli separati in singoli compartimenti (frontali, premolari sn e dx, molari sn e dx). Quello che più ci interessa è la differenza tra il valore più alto e il valore più basso. Differenze oltre 0,3 mm possono essere responsabili per le problematiche elencate all inizio del articolo.
Conclusione:
Nella mia pratica clinica l´occlusometria (oltre alla elettromiografia superficiale dei muscoli masticatori e alla condilografia) rappresenta un altro strumento diagnostico non invasivo e assolutamente indolore per il paziente. i tre metodi possono essere applicati singolarmente o in combinazione.
La condilografia elettronica computer assistita utilizzo preveribilmente per la diagnosi e terapia delle artropatie temporo-mandibolari mentre l´occlusometria e la elettromiografia prevalgono come screening prima della protesizzazione , per la diagnosi delle miopatie e come controlli per le placche occlusali (bite) e restauri protesici definitivi.

Occlusometria – confronto: biologia e articolatore. (foto: G. Christiansen)

Occlusometria – differenze in altezza misurabili tra i singoli compartimenti nel arco dentale